Le attività di influencer marketing sono in crescita continua. E il fenomeno dei micro o addirittura nano-influencer sta diventando il nuovo passaparola
Il tema dell'influencer marketing è tornato in grande spolvero dopo il caso e le polemiche relative alla visita di Chiara Ferragni agli Uffizi di Firenze che ha portato in dote un boom di visite (+27% fra i giovani).
Che cos'è l'influencer marketing? È quella tipologia di marketing condotta col contributo di personalità di spicco, con un certo numero di follower, dotate del potere di "influenzare" il proprio pubblico. Avevamo già accennato a questo fenomeno parlando dei principali tend per il 2019, ma qui passiamo all'approfondimento.
Oggigiorno si fa un gran parlare di influencer e della loro forza mediatica sviluppata grazie soprattutto ai social di natura più visual, quali YouTube e Instagram, a conferma di come la comunicazione per immagini sia più efficace in quanto più immediata e coinvolgente.
La crescita di questo modo di fare e farsi pubblicità è dimostrata pure dai numeri. Negli ultimi 5 anni, anche in Italia le ricerche relative all'argomento "influencer marketing" sono via via aumentate, con un nuovo picco raggiunto proprio pochi mesi fa.
Ciò è dovuto in primis alla sua grande popolarità. Popolarità che a sua volta è dovuta a due fattori:
La fiducia dei consumatori: l'83% di essi si fida più dei consigli degli influencer che di quelli degli stessi brand;
Il livello di ROI: per ogni dollaro che un'azienda investe in tale attività, il ritorno medio è di quasi 7.
Perciò l'influencer marketing ha assunto un'importanza strategica anche per gli stessi brand, al punto da diventare una priorità per il 30% di essi.
GLI OBIETTIVI PERSEGUITI CON L'INFLUENCER MARKETING
L'obiettivo che più viene perseguito con l'influencer marketing è quello di avere una maggiore visibilità, accrescendo così la propria brand awareness (conoscenza del brand, 19,5%) e brand reputation (18%). Seguono l'aumento dell'engagement (coinvolgimento) sui canali social e incentivare gli acquisti (13%).
Da ciò si evince come, giustamente, l'obiettivo primo e diretto delle aziende non sia quello di vendere, bensì di migliorare la propria reputazione e quindi incrementare la relazione e il livello di accettazione e simpatia nella mente del consumatore. In questo modo cresce la fiducia nei propri confronti, si acquisiscono nuovi potenziali clienti (lead generation), e così indirittamente aumentano anche le vendite, che è ovviamente l'obiettivo finale.
I PRINCIPALI CRITERI NELLA SCELTA DEGLI INFLUENCER
I criteri che incidono di più sulla scelta degli influencer sono:
coerenza fra i loro post e i messaggi dei brand;
qualità e creatività dei contenuti;
coinvolgimento (engagement);
numero di follower;
costo della collaborazione.
Personalmente mi fa piacere evidenziare quest'ultimo aspetto, cioè che i costi vengono solo dopo la qualità dei contenuti e la coerenza reciproca fra i messaggi, come anche un'analisi appropriata della fan base per raggiungere il pubblico giusto piuttosto che sparare nel mucchio.
«Content is the king». Amen!
I dati dimostrano che fashion e food sono i settori in cui più si fa ricorso all'influencer marketing. Seguono il settore viaggi, tech, lifestyle, beauty, ecc.
GLI INVESTIMENTI NELL'INFLUNCER MARKETING
Ma quanto sono disposte a investire le aziende nell'influencer marketing?
Secondo un'intervista realizzata da Talkwalker nel 2019, il 24% degli intervistati ha previsto un budget superiore a 30.000 dollari, una scelta fatta dal 57% delle aziende aventi più di 500 dipendenti, e la metà di queste prevede di aumentarlo.
Poi il 17,4% ha previsto un budget fra 10 e 30.000 dollari, il 19% fra 2 e 10.000 e il 14,7% fra 500 dollari e 2.000 dollari.
Solo il 7% degli intervistati ha previsto un budget di 500 dollari, mentre il 17 non ha previsto alcun budget.
Anche in Italia non si sta investendo molto nell'influencer marketing, ma la quota è in crescita.
QUANTO COSTA UN INFLUENCER?
Circa l'80% degli influencer guadagna meno di 600€ per una collaborazione. Solo il 6% circa degli influencer guadagna tra 600 e 1.000€ per ogni campagna. Una percentuale che però aumenta ancora una volta soprattutto sui social visuali, ovvero YouTube (22%) e Instagram (16%). Da questo punto di vista colpisce il 19% degli influencer su Twitter e l'ottimo 17% per i blogger.
Su YouTube è superiore anche la percentuale degli influencer che guadagnano più di 1000€ a collaborazione (8%).
Un altro aspetto interessante e positivo, dal lato degli influencer, è che anche loro guardano ai compensi solo in un secondo momento. Infatti prima di tutto vengono la qualità del progetto e la reputazione del brand con cui si dovrebbe lavorare.
LA DIFFUSIONE DEI MICRO E NANO-INFLUNCER
La maggior parte degli influencer che vengono ingaggiati è composta da influencer con una fan base inferiore ai 30.000 follower. Parliamo del 60% circa degli influencer, che quindi sono micro o addirittura nano-influencer.
È un dato assolutamente da non sottovalutare, perché i micro i nano-influencer si stanno rivelando ancora più funzionali rispetto ai top influencer, come la stessa Ferragni, Mariano Di Vaio e altri. In primis per ragioni di costo, ovviamente inferiori; in secundis grazie alla loro prossimità rispetto ai follower. Infatti, proprio il loro essere "piccoli" li rende più vicini ai consumatori, i loro messaggi sono avvertiti come più credibili e spontanei e quindi la tendenza è quella di seguirli di più, con maggiore fiducia. Un po' come il passaparola fra amici.
E tu sei d'accordo con questa visione dell'influencer marketing? Hai avviato campagne di influencer marketing per la tua attività? Contattami se posso aiutarti per accrescere il tuo business o anche solo se desideri qualche consiglio! Ti aspetto!
Kommentare